Le ciambelle a zampa sono una tipica preparazione salata da forno e possono essere considerate senza ombra di dubbio l’emblema della tradizione culturale di Monterotondo, un comune della città Metropolitana di Roma che sorge lungo il percorso di due delle più antiche vie consolari del Lazio, la Salaria e la Nomentana.

Le ciambelle  a zampa si preparano tradizionalmente durante la festa di S. Antonio Abate che si svolge il 17 Gennaio; le ciambelle per la loro forma e dimensione hanno l’aspetto dell’orma dello zoccolo del bovino ma, nel sapore, esprimono il gusto forte dei cibi genuini inventati nella realtà contadina, con gli ingredienti poveri di cui si poteva disporre. La combinazione unica di farina e olio ed il complesso procedimento di preparazione ne fanno un  alimento dal gusto unico,  da poter consumare in ogni momento della giornata.

La storia delle ciambelle a zampa è  intrecciata alla festa di Sant’Antonio infatti oggi è possibile acquistarle tutto l’anno, ma la tradizione racconta che nei giorni precedenti la festa, gruppi di donne si cimentavano  nella lavorazione di svariati quintali di farina per preparare le ciambelle da vendere durante l’intera settimana in cui si celebrava il Santo ed il ricavato consentiva di reperire nuovi fondi da mettere a disposizione per la festa dell’anno successivo.

A Monterotondo, le tradizioni culturali e religiose legate alla festa di S. Antonio  sono sempre    state   la missione della  Pia Unione di S. Antonio Abate che, dalle sue antiche origini fino ad oggi, si è sempre impegnata a far conoscere le opere di questo grande Santo,  ha sempre organizzato la festa del 17 Gennaio ed ha curato la conservazione di tutte le tradizioni popolari ad essa legata.

La nascita della Arciconfraternita di Sant’Antonio Abate, successivamente denominata Pia Unione di Sant’Antonio Abate (P.U.S.A.A.), risale a ben cinque secoli fa e nel lontano 1890 nacque il loro  primo statuto ufficiale.

STORIA DI SANT’ANTONIO ABATE

Padre del monachesimo, protettore degli animali, ma anche delle campagne, delle fattorie, dei contadini, Sant’Antonio Abate nell’iconografia classica è raffigurato vestito da pastore in compagnia di un maiale.

Il motivo di tale raffigurazione risiede nel fatto che nel Medioevo, i monaci erano soliti ricavare dal maiale creme emollienti per curare i malati (in particolare, il grasso era l’antidoto più utilizzato per lenire l’herpes zoster, più noto come fuoco di Sant’Antonio),  e proprio i monaci antoniani furono tra i primi a ripristinare l’allevamento di maiali, annullando il tabù che voleva l’animale simbolo del demonio.

Col tempo, il nome del Santo è divenuto sempre più sinonimo di vita rurale e la festa che lo omaggia è una delle più sentite in tutta la Penisola, con rituali antichi – la benedizione degli animali – e credenze popolari (famosa quella  che ritiene che nella notte di Sant’Antonio gli animali possano parlare) e, naturalmente, piatti tipici dedicati al Santo: carne e cotiche e dolci golosi, frutto delle tradizioni rurali.

LA FESTA E LE SUE TRADIZIONI

La festa  di Sant’Antonio  a Monterotondo è  fortemente sentita dalla comunità, in varie giornate orchestrate dalla Pia Unione di Sant’Antonio Abate con l’ausilio del Comune e della Regione Lazio. La festa si articola in tre giornate, a ridosso  del 17 gennaio, legate alla custodia annuale della statua del Santo ad una famiglia della città. Il sabato , per la prima volta dopo un anno il Santo lascia la casa del Signore  della festa “uscente ” per raggiungere il Duomo ed  iniziano ufficialmente i festeggiamenti. 

La domenica mattina si svolge ” la cavalcata ” dove centinaia di uomini a cavallo  accompagnano il santo nel giro delle chiese della città; un tempo, quando non era facile avere un cavallo, si andava in processione con asini e muli, i compagni inseparabili nel lavoro quotidiano nei campi, negli anni  sessanta la cavalcata veniva affiancata dalle vespe. Una particolarità è che tutti i cittadini indossano il particolare cappello  che ha due lati uno nero e uno rosso.

La domenica pomeriggio e sera si articola il momento di commozione del passaggio della statuina dalle mani del Signore uscente a quelle del Signore entrante: con le torce spente e il cappello in testa, nero come al mattino, si attende che il Santo esca dalla chiesa nelle mani del nuovo Signore. Una volta sul sagrato si dà il via all’investitura pubblica del Nuovo Signore: si accendono le torce, il cappello da carrettiere, girato, adesso è rosso, si forma una processione detta “torciata” e si cammina lentamente verso la casa che accoglierà il Santo. I festeggiamenti si protraggono fino a notte fonda, bevendo il vino e mangiando le ciambelle a zampa e  le “coppiette”, straccetti secchi di carne piccante.

Il lunedì, che è  il primo giorno dell’esposizione della statua del Santo  in casa del nuovo Signore, anticamente, nel convento dei frati crociferi dei cappuccini si consumava un frugale pasto a base di broccoli e salsicce, accompagnato con del buon vino; oggi il pranzo del lunedì ha preso il nome di broccolata e si consuma in famiglia.

LA RICETTA DELLE CIAMBELLE A ZAMPA

Ingredienti:
1kg di farina
33 cl di vino
33 cl d’olio
3 cucchiaini di sale
3 cucchiai di semi di  anice

Procedimento: 

La sera precedente mettere a bagno l’anice  con il vino. La mattina  successiva  impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere una pasta compatta e omogenea, far riposare due ore coperto con pellicola. Dall’impasto ottenuto prelevare un pezzo di pasta, con le mani unte di olio formare un cordone lungo a piacere (dipende come si vuole grande la ciambella), dare la forma tipica, metterle sopra una spianatoia e far riposare 1 ora.

Successivamente lessare le ciambelle in una pentola piena di acqua sale e due cucchiai di olio, avendo cura di lessarne due o tre per volta; quando vengono a galla adagiarle sopra un canovaccio pulito per farle asciugare (almeno 12 ore),  girandole ogni tanto per farle asciugare su entrambi i lati. Quando le ciambelle  saranno belle asciutte, cuocerle in forno statico preriscaldato  a 180° fino a quando non saranno ben  dorate da entrambi i lati ( il tempo dipende dalla grandezza delle ciambelle).

DOVE TROVARLE

Le ciambelle  a zampa si possono trovare tutto l’anno nei forni di Monterotondo, e vi consigliamo  qualche indirizzo utile dove gustare al meglio questa specialità : i primi due sono due forni storici, vera istituzione in città, il terzo è  un forno che produce esclusivamente prodotti senza glutine, in cui potrete trovare la versione  gluten free delle ciambelle a zampa.

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FORNO CAVALLI

Via Filippo Turati, 203, 00015 Monterotondo RM

FORNO FRANCESCHINI

Piazza Mentana, 14, 00015

Monterotondo RM

PUNTOZERO – GLUTEN FREE WORD

( versione senza glutine )

P.za della Libertà, 28, 00015

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